DICONO DI LEI - 

Tamburellava le unghie rosse fuoco sulla sua scrivania in vetro e acciaio.

Gli occhi scuri ridotti a fessure nello sforzo di leggere dal portatile.

Teneva tra le labbra scarlatte di rossetto un’estremità dei suoi occhiali da vista; lo faceva sempre, quando leggeva una candidatura un po’ troppo pretenziosa.

L’incarico di responsabile commerciale l’aveva inghiottita e risputata a propria immagine e somiglianza.

Non stava cercando un collaboratore, stava cercando una vittima.

 

L’anima fredda, spoglia, priva di pietà.

Erano anni che il suo viso non tradiva più emozioni, nemmeno le rughe si arrischiavano in un luogo tanto incerto. Il sorriso del “le faremo sapere” era più finto delle piante sul davanzale.

Perché lei non sorrideva: stava mostrando i denti.







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